Semina, vento e tempeste

Nel biscotto della fortuna della scorsa sera, al crac il bigliettino di Francesca-detta-Franciroll recitava: Un’attitudine positiva porterà al risultato desiderato. La stessa frase è attaccata con un pezzettino di scotch al computer della mia vicina di scrivania in ufficio.

Non sono mai stata una fanatica del destino o qualcuno che crede che ci sia qualcosa di già prescritto, una buona sorte a prima vista, che ci attende dietro l’angolo. Ho sempre pensato che spesso la vita non è altro che caos, un susseguirsi di eventi imprevedibili, una concatenazione di azioni e reazioni al massimo. Però, mi sono convinta nel tempo che la negatività attira sempre altra negatività, il buio chiama altro buio.

È un po’ come la storia della semina, del vento e delle tempeste e io, che basterebbe un’occhiata alle piante sopravvissute in casa al mio passaggio per capire che non ho proprio ereditato il pollice verde di mio padre, di coltivare calamità di certo non ho voglia.

Sarà per questo che anche nei miei momenti più scuri e ombrosi, mi sono sempre sforzata di tenere lontani dagli altri i miei guai, di portare nella stanza un sorriso invece di un muso lungo. Persino quando ho pensato che la cattiva sorte mi si accanisse contro, ho fatto in modo di non dimenticare la sua controparte più clemente e quanto fosse stata davvero buona con me più di una volta.